Pippo Baudo, la figlia Tiziana rompe il silenzio: “Mi disse ‘è un mondo di squali'”. L’addio al Re della TV tra i segreti di famiglia e il lutto di una nazione.
L’Italia si è fermata. Un silenzio irreale ha coperto il brusio del Paese, come quando un’orchestra smette di suonare all’improvviso. Pippo Baudo, il “Re della TV”, l’uomo che non è stato semplicemente un conduttore ma è stato la televisione italiana, si è spento a Roma all’età di 89 anni. E mentre la nazione entra in uno stato di lutto collettivo per l’uomo che per sessant’anni ha scandito la sua storia, dai palchi di Sanremo ai salotti di Domenica In, emergono i ritratti più intimi. Il più potente, e forse il più inaspettato, arriva da sua figlia, Tiziana Baudo.
A soli due giorni dalla scomparsa del padre, Tiziana, nata nel 1970 dal primo matrimonio con Angela Lippi, ha affidato al Messaggero un ricordo che demolisce l’immagine pubblica per restituire l’essenza dell’uomo. “L’ultima volta che l’ho visto è stato poco prima che finisse, tre giorni fa”, ha confessato, descrivendo un legame che la distanza fisica – lei a Milano, lui a Roma – non ha mai scalfito. “Abbiamo sempre avuto un rapporto affettuoso, molto intenso”.
Ma è qui che il racconto di Tiziana squarcia il velo. Per anni, la narrazione comune l’ha dipinta come la “figlia di”, forse sua assistente, cresciuta all’ombra di un padre ingombrante. La realtà era diversa. “In molti pensavano che avessi costruito la mia carriera stando accanto a mio padre”, precisa Tiziana, “ma in realtà lui non ha mai voluto che io entrassi in questo mondo”.

La parola che Pippo usava per descrivere il suo universo dorato era agghiacciante: “squali”. “No, non l’ho mai fatto [l’assistente], anche se molti sono convinti”, ha ribadito. “Lui ha cercato di dissuadermi in ogni modo dall’entrare nello spettacolo. Mi ripeteva: ‘È un mondo di squali’, sperando ardentemente che imboccassi un’altra strada”. Tiziana, però, scelse la sua via, una via parallela ma autonoma. “Non l’ho ascoltato e ho fatto di testa mia”, ha ammesso, costruendosi una solida carriera radiofonica durata 22 anni a RTL 102.5.
Questo aneddoto non è solo una nota biografica; è la chiave per capire la complessità di Pippo Baudo. L’uomo il cui slogan non ufficiale era “L’ho scoperto io!”, il più grande talent scout della televisione italiana, colui che ha lanciato carriere con un solo sguardo – da Andrea Bocelli a Giorgia, da Eros Ramazzotti a Lorella Cuccarini – temeva quello stesso mondo per la propria figlia.
Il ritratto di Tiziana prosegue dipingendo un padre “molto presente”, nonostante la separazione dalla madre Angela Lippi, avvenuta quando lei era piccola. Un divorzio civile, moderno, gestito con un’intelligenza emotiva rara per l’epoca. “Fino all’ultimo ha mantenuto con mia madre un rapporto di affetto e di complicità. Hanno voluto educarmi insieme”. Un padre che “sapeva tutto” della sua vita, che la portava nelle estati “meravigliose” tra la villa di Morlupo e la casa dei nonni in Sicilia.
Questa testimonianza d’amore filiale è diventata immagine viva e potente alla camera ardente, allestita in un luogo quasi sacro per Baudo: il Teatro delle Vittorie a Roma. Qui, in un momento di dolore composto, Tiziana Baudo è stata protagonista di una delle immagini più toccanti di questo addio: un lungo e intenso abbraccio con Katia Ricciarelli, la seconda moglie di Pippo. Un gesto che ha unito, nel cordoglio per l’uomo che entrambe hanno amato, le diverse stagioni della sua vita privata, spesso complessa.
Perché la vita di Pippo Baudo è stata un romanzo. Non solo quella pubblica, fatta di 13 Festival di Sanremo (un record), di programmi come Settevoci, Fantastico e Canzonissima che hanno definito la cultura di massa italiana. Anche quella privata.
Giuseppe Raimondo Vittorio Baudo, nato a Militello in Val di Catania il 7 giugno 1936, figlio di un avvocato e laureato in Giurisprudenza, scelse il pianoforte e il palcoscenico anziché la toga. La sua vita sentimentale fu altrettanto ricca. Prima di Tiziana, Pippo aveva avuto un altro figlio, Alessandro, nato nel 1962 da una relazione con Mirella Adinolfi. Erano anni diversi; lei era sposata, il divorzio illegale, e Alessandro crebbe credendo che il marito di lei fosse suo padre. Pippo lo riconobbe legalmente solo nel 1996, ma, come raccontato da entrambi, il loro fu un rapporto costruito negli anni con affetto e rispetto. Alessandro, musicista, è tornato dall’Australia nel 2022 proprio per stare vicino al padre anziano.
Poi vennero il matrimonio con Angela Lippi, la relazione di sette anni con Alida Chelli e, nel 1986, le nozze-evento con il soprano Katia Ricciarelli. Un’unione mediatica, intensa, passionale, che si concluse con una separazione dolorosa nel 2004 e il divorzio nel 2007. Vedere oggi Tiziana e Katia, i due amori della sua maturità, unite nel pianto, ha sigillato la fine di ogni vecchia ruggine, mostrando solo la grandezza dell’uomo che se n’è andato.
Ma l’addio a Pippo Baudo non è solo una questione privata. È un evento di Stato. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo ha definito “protagonista e innovatore”, la Premier Giorgia Meloni “uno dei più grandi”. Ma sono state le parole dei suoi “figli” televisivi a cogliere il punto.
“Pippo non era un uomo di televisione, era la televisione”, ha dichiarato Fabio Fazio, “ha scritto lui la grammatica”. Carlo Conti, con la voce rotta, ha detto: “Si è spenta la tv, si è spento un faro”. E Fiorello, siciliano come lui, ha ricordato: “Per noi era un vanto, un orgoglio”. Persino Beppe Grillo, che Baudo lanciò e che poi fu protagonista di una celebre polemica sul palco di Fantastico che gli costò l’esilio dalla Rai, ha trovato il modo di salutarlo con l’affetto che si deve a un maestro, pur con ironia: “Caro Pippo, ora che comparirai al Supremo cerca di non dire ‘l’ho scoperto io'”.

Quella frase, “l’ho scoperto io”, è stata la sua croce e delizia, il simbolo della sua capacità unica di vedere il talento prima di chiunque altro. Ma è stata anche la sintesi del suo potere, un potere che a volte ha generato controversie, come l’incidente diplomatico con l’Iran per uno sketch del Trio sulla’Ayatollah Khomeini. Baudo era anche questo: un uomo al centro della scena, capace di influenzare non solo lo spettacolo, ma la società stessa.
Il suo funerale, celebrato non a Roma ma nella sua Militello, in Sicilia, ha chiuso il cerchio. L’uomo che aveva conquistato la capitale, che era diventato il volto della Rai e dell’Italia intera, è tornato a casa.
Oggi, l’Italia si sente orfana. Piange l’uomo che ha portato l’Opera in prima serata, che ha fatto da spalla a Benigni in gag surreali, che ha annunciato con le lacrime agli occhi la morte di Claudio Villa in diretta da Sanremo. Ma soprattutto, piange l’uomo che, come ha rivelato sua figlia Tiziana, conosceva la natura feroce del suo mondo e cercava di proteggere chi amava. Un padre che, lontano dalle telecamere, sussurrava “è un mondo di squali”, per poi, una volta accese le luci, tuffarcisi dentro e dominarlo come nessun altro. Addio, Pippo. La televisione, questa sera, si è davvero spenta.


