Poliziotto che perde il controllo incontra il suo peggior incubo l’agente d’élite della DIA non mos
il sole cocente di Roma batteva spietatamente sull’asfalto di via della Conciliazione trasformando l’aria in un tremulo Miraggio che danzava sopra il parcheggio della Questura l’ispettore Marco Bianchi si ergeva come un monumento vivente all’autorità il suo distintivo brillava sotto il sole Mediterraneo come un simbolo del potere che aveva imparato a brandire con disinvoltura e troppo spesso con arroganza nei suoi 15 anni di servizio Bianchi aveva sviluppato quella che lui chiamava intuizione da poliziotto ma che
in realtà nascondeva pregiudizi profondamente radicati il suo mondo Era diviso in bianco e nero giusto e sbagliato noi e loro questa visione semplicistica gli aveva permesso di navigare attraverso la sua carriera con una certezza granitica nelle proprie convinzioni raramente messa in discussione ancora più raramente sfidata apertamente quel torrido pomeriggio di luglio Mentre il profumo dei pini marittimi si mescolava con l’aroma del caffè proveniente dal bar all’angolo qualcosa stava per cambiare un elegante Alfaromeo Stelvio
nero si avvicinò con Grazia felina a uno dei posti auto Vicino all’ingresso principale il motore si spense con un ronzio discreto e dalla portiera del conducente emerse una figura che avrebbe scosso le fondamenta del piccolo regno di Bianchi la dottoressa Sofia Ricci dirigente della direzione investigativa Antimafia dia scese dall’auto con la naturale eleganza di chi è abituato a muoversi in ambienti di potere il suo taer blu notte tagliato su misura da uno dei migliori Sarti di Via Condotti sottolineava la sua figura
imponente tra le mani stringeva una cartella in pelle Prada e ogni suo movimento trasudava quell’ autorità silenziosa che non ha bisogno di proclami Bianchi osservò la scena dal suo posto di osservazione abituale sentendo montare dentro di sé un’irritazione irrazionale c’era qualcosa in quella donna che lo infastidiva profondamente Forse era la sua sicurezza nata forse il modo in cui sembrava muoversi come se il mondo le appartenesse qualunque fosse la ragione Aveva già deciso che doveva darle una lezione signora la sua voce tagliò l’aria come

una frustata Sofia si fermò voltandosi con la Grazia misurata di un felino i suoi occhi scuri profondi come il caffè espresso incontrarono quelli di bianchi con uno sguardo che mescolava curiosità e una calma quasi divertita mi dica ispettore rispose con voce vellutata ma ferma come l’acciaio Questo è un parcheggio riservato menti Bianchi gonfiando il petto ho bisogno di vedere i suoi documenti e il libretto di circolazione Sofia si guardò intorno con attenzione studiata notando l’assenza di qualsiasi cartello che indicasse
restrizioni il parcheggio era completamente privo di segnaletica che suggerisse aree riservate un sottile sorriso le increspò le labbra il tipo di sorriso che sua nonna utilizzava quando voleva insegnare una lezione di vita riservato chiese con tono pacato non vedo alcuna indicazione in merito potrebbe mostrarmi la disposizione che lo stabilisce la compostura di Sofia sembrò fare infuriare ancora di più bianchi non era abituato a essere contestato specialmente non con quella calma razionale che sembrava smontare pezzo
per pezzo la sua autorità non discuta con me sbottò alzando la voce o mi mostra i documenti immediatamente o faccio rimuovere la sua auto intorno a loro la vita quotidiana della Questura aveva rallentato il suo ritmo alcuni colleghi si erano fermati a osservare la scena mentre i passanti rallentavano il passo attratti dal teatro che si stava svolgendo davanti ai loro occhi Qualcuno aveva già estratto lo smartphone pronto a immortalare quello che prometteva di essere un momento memorabile Sofia sospirò leggermente
come una maestra paziente di fronte a un alunno particolarmente testardo con movimenti misurati infilò una mano nella tasca della giacca Bianchi si irrigidì Istintivamente la mano che scivolava verso la fondina quello che Sofia estrasse tuttavia non era un’arma ma un distintivo in pelle nera con l’emblema della dia in oro lo aprì con un gesto fluido lasciando che il simbolo dell’auto aà investigativa più temuta d’Italia brillasse sotto il sole Romano sono la dottoressa Sofia Ricci dirigente della direzione investigativa Antimafia annunciò con
voce Chiara e ferma e le suggerisco ispettore di riflettere molto attentamente su come intende procedere da questo momento in poi il silenzio che seguì fu così profondo che si poteva sentire il ronzio di una vespa in lontananza i mormorii della folla divennero più intensi mescolati a sussurri di stupore e qualche risatina malcelata è della dia adesso sono guai seri Qualcuno sta riprendendo tutto il volto di Bianchi passò rapidamente dal rosso acceso al pallore cadaverico io non potevo sapere balbettato mentre la sua sicurezza si
sgretolavano fermandosi con precisione chirurgica accanto all’Alfa Romeo ne scese il dottor Antonio Ferrara vicedirettore della dia il cui volto austero sembrava scolpito Nel marmo di Carrara tutto bene Sofia chiese avvicinandosi con passo misurato ora sì Antonio rispose lei mantenendo gli occhi fissi su bianchi ma vorrei che questo incidente venisse documentato l’ispettore Bianchi sembra avere una particolare interpretazione del concetto di autorità Ferrara si rivolse a bianchi con lo sguardo di chi ha visto troppi casi simili nella sua
lunga carriera ispettore l’abuso di potere è un reato grave quando poi viene perpetrato nei confronti di un dirigente della dia diventa qualcosa di cui si occuperà personalmente la procura Bianchi ormai sudava visibilmente sotto la divisa sentendo il peso degli sguardi della folla e delle telecamere dei cellulari come una di piombo sulle spalle cercò di dire qualcosa ma le parole gli morirono in gola Sofia si avvicinò di un passo Abbassando la voce in modo che solo lui potesse sentire i suoi pregiudizi l’hanno guidata male

oggi ispettore le suggerisco di riflettere attentamente sul perché ha sentito il bisogno di questo confronto la prossima volta potrebbe non essere solo il suo distintivo a essere in pericolo ma la sua libertà con in queste parole si voltò con eleganza e si Diresse verso l’ingresso della Questura seguita da Ferrara la folla si aprì davanti a loro come il Mar Rosso davanti a Mosè alcuni applaudivano discretamente altri continuavano a filmare entro sera i video dell’incidente erano diventati virali sui social media cancelletto
giustizia per tutti e cancelletto stop abuso di potere erano in trending topic su Twitter il questore fu costretto a convocare una conferenza stampa d’emergenza durante la quale annunciò la sospensione immediata dell’ispettore bianchi in attesa di un’indagine interna Sofia Ricci tornò al suo lavoro come se nulla fosse accaduto per lei era stato solo un altro giorno nell’infinita lotta per la giustizia e l’uguaglianza ma per tutti coloro che avevano assistito alla scena o visto il video era diventata un simbolo la
dimostrazione vivente che la dignità e il rispetto non sono negoziabili indipendentemente da chi sia di fronte la storia dell’ispettore bianchi e della dottoressa Ricci divenne un caso di studio nelle accademie di polizia di tutta Italia Un monito sul fatto che l’autorità viene dal rispetto non dall’intima quando il sole tramonta tingendo di rosso i sampietrini qualcuno ancora racconta di quel pomeriggio in cui una donna elegante insegnò a un poliziotto arrogante una lezione che non avrebbe mai dimenticato e così mentre la
città eterna continua a vivere le sue infinite storie questa rimane come un promemoria che la giustizia come Roma stessa non è stata costruita in un giorno ma richiede costante vigilanza coraggio e soprattutto la volontà di alzarsi in piedi per ciò che è giusto


